vendredi 18 février 2011

Ma non basta giocare in difesa

di MORENO BERNASCONI - Essere riusciti a bloccare l’infausta idea del Consiglio di Stato sangallese di tagliare l’italiano opzione specifica al liceo è rallegrante. Dimostra che la vigilanza, abbinata alla tempestività di intervento e alla concertazione con gremi di importanza nazionale serve a difendere il posto che spetta alla Terza svizzera e alla sua lingua in un Paese confederale e plurilingue, per natura e statuto. Bisogna tirare la lezione da questo successo e da quello dello scorso anno, riguardante l’Ordinannza delle lingue e la necessità di garantire una migliore rappresentazione dei quadri superiori italofoni nell’Amministrazione federale. Quando vuole, la Svizzera italiana è capace di mobilitarsi con una Blitzreaktion come ha fatto stavolta, o con una pressione parlamentare tenace lo scorso anno. Ma tutto ciò è sufficiente? Se oggi dobbiamo correre ai ripari, è perché nei passati decenni non ci siamo resi conto dei cambiamenti in corso. Tutto il dibattito sulle lingue degli anni Ottanta e Novanta (quando la globalizzazione era già una realtà) è stato giocato in difesa entro le frontiere regionali o cantonali, certi che il pericolo fosse la germanizzazione. E invece ciò che si andava perdendo era la consapevolezza dell’importanza delle diverse lingue nazionali anche fuori dalle regioni linguistiche,come valore comune del Paese. Oggi, di fronte alla necessità di imparare le lingue internazionali - l’inglese in primis oppure lo spagnolo - non abbiamo argini validi e argomenti che spingano questo Paese ad investire nel capitale costituito dal proprio plurilinguismo. Non potremo continuare a correre ai ripari. Non si regge senza convincere. Non possiamo promuovere la lingua italiana con argomenti puramente difensivi di tipo politico-istituzionale. Ci vogliono argomenti orientati al futuro e non alla mera conservazione. Si tratta di lanciare una discussione nazionale che permetta ai genitori, ai giovani, alle aziende leader di capire che il successo della Svizzera sta anche nell’integrazione delle sue diversità, nella sua apertura cosmopolita a lingue e culture diverse. Non è forse questo tipo di personalità flessibile, plurilingue e cosmopolita che chiedono le aziende leader oggi ai giovani? Il plurilinguismo è un valore aggiunto nel mondo globale. È ora che la Svizzera lo capisca.

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire